Le banche frenano Piazza Affari (-0,3%), in luce i petroliferi
Seduta contrastata per le borse del Vecchio Continente. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in ribasso dello 0,3% a 27.077 punti, frenato soprattutto dai bancari. Vendite in particolare su Mps (-4,2%), Banco Bpm (-4,2%), Bper (-4%) e Unicredit (-3,7%). In controtendenza il settore petrolifero, in scia ai risultati solidi delle big statunitensi: acquisti soprattutto su Tenaris (+2,8%) e Saipem (+2,9%), bene anche Eni (+2%) dopo i conti.
Andamento cauto a Wall Street. Il deflatore Pce ha mostrato un’inflazione ancora ostinata, con il dato core al 4,6% tendenziale, all’indomani del rallentamento del Pil statunitense all’1,1%. Dall’agenda macro sono giunti anche i dati sul Pil dell’eurozona (+0,1% su base trimestrale) e italiano (+0,5%, sopra le attese), oltre all’inflazione tedesca (in frenata al 7,2% annuo).
Sull’obbligazionario, spread Btp-Bund si riduce a 185 bp, con il decennale italiano in forte discesa al 4,17%. L’euro/dollaro resta sopra quota 1,1 mentre il petrolio (Brent) rivede gli 80 dollari al barile, ma resta impostato per il sesto calo mensile consecutivo, la peggior striscia dal 2015.
Per quanto riguarda le banche centrali, la Bank of Japan si è riunita per la prima volta sotto la guida del nuovo governatore, Kazuo Ueda, confermando la politica monetaria espansiva. La prossima settimana toccherà alla Fed e alla Bce, per le quali sono previsti ulteriori aumenti dei tassi. In calendario anche i dati chiave sui prezzi al consumo dell’eurozona e sul mercato del lavoro americano.
Breaking news
Wall Street ha aperto con un lieve rialzo, influenzata da dati sull’inflazione e speculazioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. Il dollaro si rafforza, mentre il petrolio registra un aumento significativo.
Negli Stati Uniti, il numero di richieste di sussidi di disoccupazione ha visto una diminuzione significativa, segnando il livello più basso da maggio. Questo dato sorprende positivamente le aspettative degli analisti.
La Commissione europea ha imposto a Booking Holdings di adeguarsi al Digital Markets Act, modificando il ruolo di Booking.com nel settore turistico. Le aziende ora possono differenziare prezzi e condizioni su diversi canali di vendita online, promuovendo una maggiore equità e apertura nel mercato digitale.
Siemens ha registrato una notevole crescita nel quarto trimestre, con ordini e ricavi in aumento. L’utile netto ha raggiunto un massimo storico, e l’azienda ha proposto un aumento del dividendo. Nonostante una diminuzione degli ordini su base annua, la performance complessiva è stata forte grazie a un eccellente flusso di cassa.