Le cinque forze chiave che influenzeranno i mercati nel 2016
Le ha identificate Jeremy Lawson, Chief Economist di Standard Life Investments
- La prima ruota intorno alla Fed e al modo in cui l’economia USA e quelle dei mercati emergenti, pesantemente influenzate dal dollaro, saranno in grado di assorbire tassi di interesse più elevati. I primi segnali di un’evoluzione favorevole dovrebbero includere un sentiment domestico e condizioni di finanziamento resilienti, flussi di capitale stabili da e verso i mercati emergenti e un dollaro in leggera salita.
- La seconda riguarda la possibilità che Europa e Giappone riescano infine a incrementare l’inflazione. L’innalzamento dell’inflazione sottostante rafforzerebbe la fiducia sulla validità del QE, favorirebbe tassi di interesse globali più elevati e limiterebbe la divergenza tra le politiche monetarie che ha sostenuto le posizioni lunghe sul dollaro.
- La terza è incentrata sulla Cina. Una crescita fiacca ma in ribilanciamento in Cina è ormai prezzata dai mercati; la nostra view comunque non include un hard landing con conseguenti effetti su politica monetaria, flussi di capitale, materie prime e stabilità sociale.
- La quarta riguarda i mercati emergenti più in generale. Molti sono analizzati principalmente attraverso i filtri di Cina e FED, ma come dimostra il malessere brasiliano, la politica interna e il quadro politico sono ugualmente importanti. Un maggiore impegno dei governi volto a ristabilire gli equilibri interni, sarebbe un toccasana per il sentiment sul rischio.
- La quinta, infine, riguarda il progetto di integrazione europeo che nel corso dell’anno dovrà affrontare diverse sfide, tra cui il referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’UE, i flussi migratori dal Medio Oriente e i timori sulla sicurezza. La UE ha bisogno di riforme ma poche potrebbero essere positive in caso di Brexit o con un mercato interno più isolato.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.