L’impatto del colpo di Stato su Pil e credito della Turchia
“Visto il forte intensificarsi dell’instabilità politica in Turchia e il profilo esterno del paese estremamente fragile e in peggioramento, riteniamo probabile che gli asset turchi restino sotto pressione anche in futuro, mentre la stabilità strutturale sottostante viene rivalutata. Detto questo, la risoluzione piuttosto rapida, in termini di ristabilimento dell’ordine pubblico, e il conseguente rafforzamento di Erdogan nel contesto che ha seguito il golpe fallito potrebbero contribuire a ridurre lo scenario di rischio di coda estremo di una guerra civile”, scrive in una nota Salman Ahmed, Chief Investment Strategist di Lombard Odier Investment Managers.
“In base al nostro approccio orientato ai fondamentali, la Turchia è identificata come paese vulnerabile. Ha infatti fondamentali deboli secondo diverse misure della qualità del credito, il che significa che assegniamo alla Turchia una ponderazione minore rispetto ai benchmark a capitalizzazione di mercato. I rischi di downgrade del rating del credito sono aumentati significativamente alla luce della situazione politica nazionale e, a medio termine, lo stato della sicurezza nel paese inciderà probabilmente sui ricavi provenienti dal turismo. Questo avrà implicazioni per la crescita del PIL turco e per il profilo delle partite correnti, vulnerabile rispetto agli altri mercati emergenti”.
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Seduta in calo per il Ftse Mib, con lo stacco del dividendo per 10 big di Piazza Affari. Domani i salari Bce, mercoledì Nvidia
OVS ha recentemente acquistato 256.510 azioni proprie nell’ambito del suo programma di riacquisto, rappresentando lo 0,088% del capitale sociale. L’operazione è stata effettuata a un prezzo medio di 2,8573 euro per azione. Attualmente, OVS detiene il 15,8790% del proprio capitale sociale. Nonostante l’acquisto, il titolo OVS ha registrato una flessione del 2,16% in borsa, stabilizzandosi a 2,896 euro per azione.
Gli investitori osservano attentamente le mosse della BCE e della Fed, con interventi attesi da Christine Lagarde e Jerome Powell. I principali indici americani, tra cui Dow Jones e Nasdaq, mostrano stabilità, mentre l’attenzione si concentra su Tesla e le nuove normative di Trump sulla guida autonoma.
Nel terzo trimestre, Xiaomi ha visto un incremento del 9,9% dell’utile netto, raggiungendo 5,35 miliardi di yuan, grazie alle forti vendite nei settori smartphone, servizi Internet e veicoli elettrici. I ricavi totali sono aumentati del 30%, arrivando a 92,51 miliardi di yuan, superando le previsioni degli analisti.