Manovra, cosa prevede la Web Tax “all’italiana” appena approvata
Pur con le dovute premure del caso, una Web Tax contro i grandi gruppi Internet, come Amazon, Facebook e Google, è necessarie e il principio su cui si basa è apprezzabile. Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, in riferimento alla proposta contenuta nella manovra finanziaria del governo che prevede di accordarsi con le multinazionali del Web su determinati importi prima di dover rischiare costosi contenziosi fiscali.
Parlando con i giornalisti a margine di un convegno sulla Moda alla Luiss Calenda ha precisato che “come sempre le cose vanno viste nella loro implementazione, il principio è molto condivisibile”. L’emendamento alla manovra approvato ieri dalla commissione Bilancio della Camera stabilisce che le società web possono chiedere al fisco italiano una verifica dei requisiti se ravvisano il rischio che “l’attività esercitata nel territorio dello Stato costituisca una stabile organizzazione”. La procedura offre due vantaggi, spiega Reuters: un quadro tributario certo per il futuro e sanzioni dimezzate per le tasse non versate nei periodi d’imposta già scaduti (è il cosiddetto accertamento con adesione).
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.