Materie prime in caduta libera: vendite su rame, minerali ferrosi e petrolio
Tonfo delle materie prime nelle contrattazioni asiatiche prima e ora in Europa. Non sono solo i minerali ferrosi, tramortiti dai timori di un calo della domanda in Cina, a essere colpiti dalle vendite. Molte delle principali commodity oggi perdono quota. Il petrolio è sceso ai minimi da novembre, scendendo sotto l’area dei 44 dollari al barile per quanto riguarda il contratto Wti.
Sull’andamento del petrolio pesa l’aumento delle scorte di greggio in Usa e i dubbi circa la capacità dell’Opec di estendere l’intesa sui tagli alla produzione. L’oro da parte sua paga le preoccupazioni circa un rialzo dei tassi della Fed a giugno e le citate prospettive di un proseguimento della ripresa economica americana, in un contesto che sembra in miglioramento anche in Europa. I cali del rame vengono attribuiti all’aumento dell’offerta sul mercato inglese LME.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.