Mediaset, Vivendi continua la scalata, vuole salire al 30%. Titolo vola
Non si ferma la scalata di Vincent Bolloré: la sua Vivendi vuole salire al 30% del capitale di Mediaset. Il titolo della società della famiglia Berlusconi vola in Borsa mettendo a segno a un certo punto un progresso superiore anche al +15%.
In seguito all’incontro del 16 dicembre tra Arnaud de Puyfontaine, Chairman del CdA della società francese, e Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato del gruppo media italiano e dopo che Fininvest ha fatto sapere la sua posizione, il CdA di Vivendi, con l’autorizzazione del Consiglio di Sorveglianza, ha deciso di aumentare il suo investimento acquistando nuove azioni per portarsi al 30% di capitale e diritti di voto.
Vivendi ribadisce in un comunicato che il suo blitz nel capitale di Mediaset fa parte di una strategia di gruppo per incrementare la presenza e le attività nell’Europa meridionale di un gruppo europeo che “ha l’ambizione di diventare un player internazionale di rilievo nel settore media”.
Breaking news
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.
A settembre, i prezzi all’importazione in Italia hanno registrato una diminuzione dello 0,7% su base mensile e dello 0,5% su base annua, principalmente a causa del calo dei prezzi dei prodotti energetici. L’Istat evidenzia questo nuovo trend di ribasso che si discosta dall’aumento dell’1% osservato ad agosto, rendendo evidente l’influenza dei mercati energetici sull’economia italiana.