Mediobanca, AD Nagel non escludere riduzione quota in Generali sotto il 10%
Il nuovo piano strategico di Mediobanca prevede la riduzione della partecipazione in Generali dal 13% al 10%. Tuttavia l’amministratore delegato della banca, Alberto Nagel, non fa mistero sul fatto che, in caso di necessità di ulteriori capitali rispetto a quelli stimati (1 miliardi di euro), per effettuare una eventuale acquisizione, la quota di partecipazione possa scendere ulteriormente, e sotto la soglia del 10%.
Così Nagel, in un briefing telefonico con le agenzie di stampa.
“Quella è un’opzione che noi abbiamo sempre, nella misura in cui si crei un impatto positivo sul valore di Mediobanca. E’ sempre un’opzione che il consiglio ha di valutare un’operazione più grande, se disponibile, rispetto a tenere un pacchetto più o meno rotondo di Generali. Quindi abbiamo tutte le possibilità del caso, non solo di usare il miliardo che genereremo ma anche di fare di più, anche utilizzando parte del pacchetto Generali”.
Nagel ha continuato:
“Noi valutiamo quello che è nel miglior interesse della nostra banca. Se si creano opportunità che accelerano il percorso di creazione di valore, di cattura del potenziale di valore del gruppo, attraverso business specialistici ad alta marginalità più ampi siamo disponibili anche ad accelerare la discesa in Generali. Questo, però, se ha senso dal punto di vista dell’impatto dei numeri: bisogna capire quanto da un punto di vista di incremento di ricavi e di risultato operativo portiamo con l’acquisizione, il ritorno sul capitale allocato rispetto al deconsolidamento di risultato operativo, utile netto e ritorno sul capitale della divisione Principal Investing (che contiene la quota in Generali). Ci deve essere alla fine tendenzialmente una somma positiva”.
Nessun commento sui recenti rumor su una fusione tra Unicredit e la banca francese Société Générale:
“Non commento indiscrezioni relative a un gruppo a cui siamo molto vicini, anche perché sono indiscrezioni puramente giornalistiche”.
Da segnalare che UniCredit è il maggior azionista di Mediobanca, detenendo una quota di partecipazione dell’8,56%.
Alle 11.30 ora italiana, a fronte di un indice Ftse Mib a Piazza Affari che cede l’1% a 16.392,79 punti, Unicredit cede il 3,71% a 2,02 euro; Mediobanca -2,87%; Generali -3%.
Il titolo Unicredit è osservato speciale dopo le indiscrezioni stampa secondo cui l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier starebbe valutando un aumento di capitale nella fascia alta delle aspettative (13 miliardi di euro) per poter contestualmente varare una operazione di pulizia dei crediti deteriorati che potrebbe prevedere anche l’innalzamento delle rettifiche su crediti che potrebbero arrivare addirittura a 7-8 miliardi.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.