Mercati asiatici: gli asset piu’ redditizi secondo East Capital
NEW YORK (WSI) – Nell’attuale contesto di mercato in cui gli investitori stanno tornando a guardare agli emergenti risulta fondamentale comprendere la situazione in Asia, che a oggi rappresenta circa il 70% del benchmark MSCI Emerging Markets. Così scrive in una nota Daniele Mellana, Director di East Capital, che consiglia di
“soffermare l’attenzione sulle riforme nel mercato dei capitali cinese dove una prima fase è stata completata attraverso la liberalizzazione dei tassi, il lancio dello Shanghai-HK e l’inclusione degli ADR quotati a New York nell’indice dei mercati emergenti. Oltre a questo nelle scorse settimane è stato annunciato il lancio dello Shenzhen-HK Connect che renderà accessibili più di 800 aziende quotate sul mercato di Shenzhen agli investitori internazionali e più di 120 aziende quotate a Hong Kong agli investitori cinesi. Sebbene vi siano molte speculazioni in merito alle tempistiche e , la prossima grande novità sarà l’inclusione delle A-shares cinesi nell’indice MSCI Emerging Markets, che dovrebbe apportare molta liquidità su questo segmento del mercato cinese”.
Sul fronte macro:
La decelerazione dell’attività economica sembra essere il frutto della transizione in corso nel modello economico, quindi lo scenario di un hard-landing appare poco probabile, anche in ragione del fatto che ulteriori stimoli fiscali dovrebbero aiutare a sostenere la crescita nel corso dei prossimi 12 mesi. Dal punto di vista delle riforme, oltre all’aspetto finanziario discusso sino ad ora, rimarranno al centro dell’attenzione governativa sia il tema della sanità che quello della protezione ambientale. Le valutazioni risultano ancora interessanti se comparate a molti mercati dell’area e al momento gli investitori hanno in media un sottopeso sulla Cina non essendo stati posizionati per un rally, quindi più questo trend continua più “aumentano la loro sofferenza” e dovranno iniziare a entrare sostenendo la ripresa di questo mercato.
A livello geografico:
In un’ottica di 12-18 mesi l’India appare ancora come un caso di investimento interessante, come lo è stato sino ad ora per via di un clima politico favorevole che sta permettendo alcune riforme chiave, ma il mercato è oggi vicino ai massimi di sempre e le valutazioni sembrano abbastanza alte. Siamo più cauti da qui a fine anno perché gli utili 2016 resteranno ancora insoddisfacenti in questo terzo trimestre e la situazione si stabilizzerà nel corso del quarto trimestre per poi migliorare durante il 2017.
I mercati ASEAN, in particolare Indonesia, Tailandia e Filippine, dopo aver toccato i massimi ad agosto, hanno perso un po’ di forza anche in ragione delle prese di profitto dovute al fatto che il rally non fosse stato accompagnato dalla crescita degli utili rendendo così questi mercati piuttosto cari. Dopo questo ritracciamento pensiamo possano esserci nuovamente buone opportunità man mano che ci avviciniamo alla fine dell’anno.
Nella parte dei frontiers i due mercati più interessanti sono il Vietnam, dove la solida situazione macroeconomica ha attirato l’attenzione degli investitori che ora, grazie alla rimozione del limite di proprietà di titoli per gli stranieri, possono operare più facilmente su questo mercato, e il Pakistan, dove riscontriamo un buon equilibrio nelle relazioni fra civili e militari. Il contesto macroeconomico riceverà nuova linfa dal China Pakistan Economic Corridor (CPEC), un sistema integrato di trasporti che dovrebbe diventare operativo nel 2020; con più di 3000 km di ferrovie, autostrade e condutture collegherà la città cinese di Kashgar col porto di Gwadar in Pakistan. Questo mercato, che a oggi scambia su basse valutazioni con ampi dividendi, è stato inoltre inserito da MSCI nell’indice dei mercati emergenti, l’implementazione avverrà nel corso del prossimo anno.
All’interno del nostro fondo East Capital Emerging Asia cerchiamo di essere il più possibile capillari per cercare di raggiungere una copertura geografica che rappresenti l’Asia emergente nella sua realtà economica di crescita di lungo termine a scapito di quella sviluppata, molto presente all’interno dell’indice MSCI Emerging Asia ex. Japan. A oggi quasi il 90% del portafoglio è allocato nei settori per noi chiave quali consumi, IT e finanziari.
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