15:09 venerdì 30 Ottobre 2015

Mercati, stress ad alta frequenza

Marc Craquelin, Direttore della Gestione di Financière de l’Echiquier

Se immettiamo in una camera di miscelazione due gas separati da una parete stagna, una volta ritirata delicatamente la parete, i gas si misceleranno senza apporto di energia dall’esterno. Il passaggio inverso è più difficile… occorrerà molta energia per ritornare allo stadio iniziale e separare i due gas. Questo esperimento è un’illustrazione semplice del secondo principio della termodinamica: in assenza di energia esterna, il disordine di un sistema (la sua entropia, per utilizzare il termine esatto) può solo aumentare.

Negli ultimi giorni i mercati hanno fornito un’illustrazione più spettacolare di questo secondo principio della termodinamica. L’entropia di un mercato – il suo disordine – si misura con la sua volatilità.

Da questo punto di vista, l’ultima settimana di agosto ci ha regalato altri record. Nell’indice CAC 40 otteniamo circa 2000 punti se sommiamo tutte le oscillazioni della settimana. Per un indice che vale circa 4700 punti, e che è aumentato di un modesto 1% nell’ultima settimana di agosto, è davvero molto!

Il rapporto è più o meno lo stesso negli Stati Uniti: il Dow Jones ha “percorso” 8000 punti in una settimana. Il rallentamento del ritmo di crescita della Cina, la scarsa liquidità dovuta al periodo estivo, l’influenza del trading system, le chiusure di posizioni sugli ETF…i motivi invocati sono stati tanti.

La questione del trading automatico ritorna peraltro sempre più spesso, da un lato perché la sua quota aumenta moltissimo (più del 60% degli ordini giornalieri è oggi inviato da macchine), dall’altro perché questi software sono spesso pro-ciclici, fattore che accentua l’erraticità del mercato. Il presidente di Virtu, una società americana di trading ad alta frequenza, dichiarava, alla fine di questa settimana di follia, di avere realizzato guadagni storici.

Con un po’ di trionfalismo ricordava che la sua società era “fatta” per questo tipo di mercato. Saremmo tentati di invertire il suo ragionamento dicendo che sono le Virtu che “fanno” questi tipi di mercati molto erratici… Nessuno detiene la risposta sul senso del legame di causalità. Ma in compenso abbiamo una certezza: una volta superata una certa soglia di agitazione, il disordine aumenta conformemente al principio della termodinamica precedentemente evocato.

Che cosa si può fare in questo disordine ambientale se non si è adepti dell’alta frequenza?Rimangono due punti di riferimento: le valorizzazioni e la misura dello stress ambientale. Le valorizzazioni in Europa sono nella norma e non danno segnali forti né in un senso né nell’altro. Lo stress ambientale invece è rapidamente uscito dai limiti abituali. Lunedì 24 agosto, il VIX (l’indice che misura la volatilità delle azioni americane) ha in breve tempo raggiunto il livello di 50. Per dare un significato a questa cifra, ricordiamo che il VIX valeva tra 12 e 15 a inizio mese e che 50 corrisponde al livello di stress raggiunto ben nel settembre 2001, un livello che negli ultimi 20 anni è stato superato soltanto nel 2008!

È probabilmente la notizia più incoraggiante di questa fase: non ci focalizzeremo sul ritmo della crescita cinese nei prossimi giorni, ma i mercati scontano già gran parte di questa incertezza.

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