MiFid 2: investitori italiani potranno avere certificato professionale di Londra
Le certificazioni professionali da trader della City londinese, riconosciute in una cinquantina di paesi (51), potrebbero arrivare anche a Milano. Per lo meno questo è l’obiettivo del Chartered Institute for Securities and Investments (CISI) inglese, presente ieri nel capoluogo lombardo con il suo amministratore delegato Simon Culhane. Se Milano ambisce a diventare un piazza finanziaria più importante, sfruttando i problemi che riscontrerà Londra in un contesto post Brexit, è fondamentale recepire le certificazioni inglesi. Per abilitarle bisognerà aspettare i decreti regionali e la firma di una collaborazione con le università italiane.
I primi atenei citati per la partnership sono UniKore di Enna, Luiss di Roma e Liuc di Castellanza (in provincia di Varese). Con l’entrata in vigore della direttiva europea MiFid 2 a partire da gennaio 2018, ha spiegato ai giornalisti Bepi Pezzulli di Select Milano (il comitato per promuovere Milano piazza finanziaria europea) “diventa prioritario assicurare che Milano sia in linea con le best practice internazionali. A cominciare dall’istruzione professionale, che è un tassello fondamentale della strategia Brexit italiana.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.