Minerale di ferro, dopo tonfo -43% Australia taglia stime prezzi
MILANO (WSI) – Scenari che restano foschi per il mercato del minerale di ferro. L’Australia, principale esportatore mondiale della commodity ha ridotto del 19% le stime sui prezzi del minerale di ferro relativi al 2016, a 41,30 dollari a tonnellata (erano 51,2 dollari nella previsione di settembre). A comunicarlo è stato il Department of Industry, Innovation & Science, che ha rivisto in negativo anche il prezzo sulla media annua: -4,7% a 50,4 dollari.
Il prezzo del minerale di ferro è drasticamente calato quest’anno, sotto quota 40 dollari, a causa della debole domanda cinese e della costante crescita della produzione a basso costo. Le quotazioni sono crollate di ben il 43% dall’inizio del 2015
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Il Bitcoin ha vissuto una fluttuazione significativa, avvicinandosi ai 100mila dollari per poi scendere. Questo movimento è influenzato da fattori come l’approvazione di ETF e l’interesse istituzionale, con una recente dichiarazione del presidente USA Trump che ha contribuito a movimentare il mercato.
Thyssenkrupp ha annunciato un piano per ridurre o esternalizzare 11.000 posti di lavoro nella sua divisione acciaio entro il 2030, a causa delle pressioni sui costi energetici e della concorrenza internazionale. L’obiettivo è ridurre i costi del personale del 10% per mantenere la competitività. Attualmente in trattativa con EP Corporate, l’azienda cerca di affrontare le sfide del mercato.
Le borse cinesi hanno registrato una chiusura mista, con l’indice di Shanghai in calo e quello di Shenzhen in rialzo, mentre Hong Kong ha visto una flessione. La nomina di Scott Bessent come segretario al Tesoro americano da parte di Donald Trump ha influenzato il mercato, che attende nuove indicazioni sull’economia nazionale.