Bitcoin, città americana vieta estrazione di criptovalute: consuma troppo
Uno dei problemi spesso associati alle criptovalute è che estrarle consuma troppo energia. Una città americana, Plattsburgh, nello Stato di New York, ha deciso quindi di scongiurare eventuali blackout futuri mettendo al bando l’attività di mining di bitcoin. È la prima volta che le autorità comunali di una città americana prendono una decisione così drastica.
Il 15 marzo il consiglio municipale si è riunito e ha annunciato la nuova misura: una moratoria di 18 mesi alle attività di mining di bitcoin. Il 10% dell’offerta di elettricità del comune è utilizzato per estrarre bitcoin. È per via delle preoccupazioni legate ai costi e impatto energetici dell’estrazione di criptovalute che negli ultimi tempi stanno nascendo iniziative per ridurre i consumi. Tra questi si può citare il progetto Moonlight, che ambisce a creare una fattoria di estrazione utilizzando quasi esclusivamente energie verdi. Ma si tratta di iniziative ancora poco numerose e allo stato embrionale.
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Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.