Mirabaud AM: un ritorno dell’inflazione non influenzerà la politica accomodante della FED
Il rimbalzo evidenziato nei dati di gennaio sulla spesa al consumo è incoraggiante e suggerisce che la domanda interna si sta riprendendo con vigore– dopo i dati più deboli alla fine dello scorso anno, quando l’impatto delle misure di stimolo stava diminuendo per la diffusione più aggressiva del virus, scoraggiando la spesa. È importante notare come le vendite di prodotti di consumo discrezionali – tra cui l’elettronica e gli articoli sportivi – sono state più positive dei consumi di base. Per quanto riguarda l’inflazione, afferma Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud Asset Management, uno dei principali risultati emerso dai dati economici di questa settimana è l’aumento delle pressioni sui prezzi, come dimostrato dall’incremento dei prezzi dei fattori produttivi segnalato dalle indagini PMI. Questo suggerisce che i prossimi dati evidenzieranno probabilmente un aumento dell’inflazione, mentre la Fed manterrà una politica accomodante – confermata peraltro anche dagli ultimi verbali del FOMC
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Seduta in calo per le borse europee e per Piazza Affari, all’indomani della riunione della Fed. Sul Ftse Mib arretrano soprattutto Tim e Stm
L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.