Mosca smentisce piani concreti per vertice Biden-Putin, Ftse Mib scivola a -1,7%
Piazza Affari arranca a metà giornata con il newsflow legato alla crisi Ucraina che continua a dettare il ritmo ai mercati. Dopo un avvio promettente sotto la spinta del possibile summit Biden-Putin, i mercati hanno virato in deciso ribasso nelle ultime ore complici le precisazioni arrivate da Mosca. Un portavoce del Cremlino ha affermato che non ci sono piani concreti per un vertice sull’Ucraina tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo americano Joe Biden. Intanto, dalle immagini satellitari emerge che le forze russe si siano ulteriormente avvicinati al confine dell’Ucraina.
L’indice Ftse Mib segna -1,67% a quota 26.064 punti. Tra le blue chip si segnalano i cali della galassia Agnelli con Stellantis a -2,5%. Giornata difficile soprattutto per Exor a -5% complice l’accordo transattivo con l’Agenzia delle Entrate in merito all’applicazione della Participation Exemption (PEX – in base alla quale il 95% delle plusvalenze è fiscalmente esente) in occasione della fusione tra la società di diritto italiano Exor e la sua controllata olandese Exor Holding N.V. per creare l’odierna Exor. Al fine di evitare un contenzioso, EXOR ha deciso di transare pagando 746 mln di euro (di cui 104 mln di interessi).
Tra le banche cali nell’ordine del 3% per Banco BPM e Bper. Male anche Unicredit (-2,46%) e Intesa (-2%).
Breaking news
Finale positivo a Piazza Affari, nonostante i ribassi delle banche. Male gli indici Pmi, torna in voga taglio tassi Bce da 50 bp
Gli indici di Wall Street mostrano andamenti contrastati mentre gli investitori valutano i dati macroeconomici dell’eurozona e le possibili nomine del presidente eletto Trump. L’attenzione è anche rivolta ai dati PMI e alla fiducia dei consumatori negli USA, con il mercato che specula su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.
Ferrari ha acquistato 18.671 azioni ordinarie sul New York Stock Exchange come parte del suo programma di riacquisto azionario. L’acquisto rientra nella quinta tranche di un piano pluriennale da 2 miliardi di euro previsto fino al 2026.
Bosch, il leader mondiale nella fornitura di componenti per autoveicoli, ha dichiarato l’intenzione di ridurre 5.550 posti di lavoro a livello globale, principalmente in Germania, a causa delle sfide nel mercato delle auto nuove. La produzione globale di veicoli è prevista stagnare o diminuire leggermente, influenzata dalla domanda calante, dalla transizione ai veicoli elettrici e dalla crescente concorrenza cinese.