Mps: titolo sotto attacco, conversione bond in azioni “a rischio”. Pesa referendum
Dopo il balzo dell’11,4% realizzato ieri i titoli Mps hanno preso con prepotenza la strada dei ribassi questa mattina. È colpa delle preoccupazioni circa la conversione in azione dei bond subordinati per 4,3 miliardi di euro. Secondo gli analisti, l’operazione volta ad attutire il peso dell’aumento di capitale previsto per la travagliata banca, sarebbe “a rischio”, perché gli investitori valutano i pericoli di detenere azioni di banche italiane quotate a ridosso del referendum costituzionale. Il titolo cede il 6,8% tra volumi sostenuti, dopo aver testato i minimi di seduta in area 0,2484 euro.
Mps ha annunciato il varo di un’offerta pubblica di acquisto di 11 bond Tier 1 e Tier 2 subordinati, quelli maggiormente rischiosi, per un valore esatto di 4,288 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di ridurre la somma finale dell’operazione di rafforzamento di capitale e facilitare lo smaltimento degli oltre 27 miliardi di euro di sofferenze. Ma gli investitori ritengono che “la situazione sul comparto bancario è tutt’altro che sistemata e l’aumento dello Spread tra Btp e Bund che abbiamo visto negli ultimi giorni non aiuta”, dice un gestore all’agenzia Dow Jones.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.