Orange-Masmovil: timori dell’UE per la fusione delle attività in Spagna
La fusione tra le attività spagnole di Orange e Masmovil Ibercom, del valore di 19 miliardi di dollari, rischia di danneggiare la concorrenza nella fornitura al dettaglio di servizi di telefonia mobile e internet fisso in Spagna. Lo afferma l’autorità di vigilanza sulle fusioni dell’Unione Europea.
La Commissione Europea ha inviato una comunicazione alle aziende, esponendo una lista di preoccupazioni dell’antitrust in merito all’accordo, che potrebbe “portare a significativi aumenti di prezzo” in Spagna.
La comunicazione dell’UE contenente le obiezioni sull’operazione è tipica in fusioni di questo genere. Ora le aziende dovranno proporre alcune misure per risolvere le potenziali problematiche, ad esempio attraverso la cessione di altre attività.
La Commissione ha attualmente una scadenza del 4 settembre per arrivare a una decisione finale, ma questa tempistica potrebbe slittare.
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A luglio 2024, il saldo del conto corrente della bilancia dei pagamenti è positivo per 5,371 miliardi di euro, secondo Bankitalia. Tuttavia, si registra un calo rispetto allo stesso mese del 2023. Anche il conto finanziario mostra un saldo positivo, ma inferiore rispetto all’anno precedente.
Banca Ifis ha acquisito il 25% di The Street, società che gestisce l’hub culturale Treviso Arts District. L’operazione rientra nella strategia della banca di supportare attività culturali e sociali nel Nordest d’Italia, affiancando i fondatori Alessandro e Mauro Benetton, e Davide Vanin.
L’indice Hang Seng di Hong Kong ha registrato un significativo aumento del 2%, spinto dalle aspettative di un prossimo taglio dei tassi da parte della Banca centrale cinese. Anche le borse della Cina continentale hanno chiuso in positivo, con l’indice composito di Shanghai in crescita dello 0,7% e quello di Shenzhen dell’1,6%.
La Norges Bank ha annunciato che manterrà il tasso di riferimento al 4,5% fino alla fine dell’anno. Questa decisione è stata presa nonostante la diminuzione dell’inflazione, poiché l’inflazione di fondo rimane alta e si prevede che l’aumento dei costi aziendali e la svalutazione della corona freneranno ulteriormente la disinflazione.
