Oro supera per la prima volta i $2.700
Stamattina l’oro ha registrato un incremento fino allo 0,7% toccando i $2.711,99 l’oncia, superando il massimo storico raggiunto nella sessione precedente. I mercati sono concentrati sullo sviluppo sempre più teso della geopolitica dopo che Israele ha annunciato di aver ucciso il leader di Hamas Yahya Sinwar, l’architetto dell’attacco del gruppo palestinese al sud di Israele che ha scatenato una guerra lunga un anno a Gaza.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele continuerà a combattere fino alla liberazione di tutti gli ostaggi presi da Hamas l’anno scorso, anche se il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che è tempo che la guerra finisca. Gli investitori cercano tipicamente sicurezza nell’oro in tempi di incertezza geopolitica ed economica.
Gli operatori stanno anche riposizionando i loro portafogli in vista delle elezioni negli Stati Uniti del 5 novembre. Nel frattempo, l’indice Bloomberg Dollar Spot è sceso dello 0,1%, interrompendo un rally di quattro giorni. Un dollaro più debole rende l’oro più economico per molti acquirenti, poiché è quotato nella valuta statunitense.
L’oro è salito di circa il 2% nella settimana, spinto dalla domanda di rifugio che controbilancia alcuni dati macro sfavorevoli al metallo giallo, come le vendite al dettaglio più forti del previsto che riducono la prospettiva di tagli dei tassi della Fed.
L’oro è uno degli asset più redditizi nel 2024, con guadagni superiori al 30% finora quest’anno, grazie all’allentamento della politica monetaria, agli acquisti delle banche centrali e al ritorno degli investitori retail in ETF sull’oro.
Per molti nel settore, le prospettive da qui in avanti sono ancora più ottimistiche. I trader, raffinatori e minatori che hanno partecipato all’incontro annuale della London Bullion Market Association questa settimana prevedono che i prezzi salgano a circa $2.917 l’oncia entro la fine di ottobre 2025, secondo la media delle previsioni di un sondaggio tra i delegati.
Breaking news
Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.