Pagamenti digitali: cresce l’interesse dei venture capitalist
I venture capitalist puntano molto sul settore dei pagamenti, un’industria da 1,9 miliardi di miliardi di dollari. Da Stripe a GoCardless stanno tutti cercando di prendere una fetta della torta.
Il settore dei pagamenti, a lungo dominato dal contante, è diventato digitale quando un certo numero di start-up sono arrivate cercando di rendere più facile pagare online così come nei negozi. Secondo Pitchbook, nel 2018 gli investitori hanno iniettato 18,5 miliardi di dollari nel settore – un aumento quasi quintuplicato rispetto all’anno precedente. Si tratta di un‘enorme quantità di denaro, ma distribuita su un numero minore di investimenti, con 235 contratti firmati l’anno scorso rispetto ai 258 del 2017. La China’s Ant Financial è stata la principale artefice dei numeri, dice Pitchbook, raccogliendo 14 miliardi di dollari nel 2018.
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Seduta in calo per le borse europee e per Piazza Affari, all’indomani della riunione della Fed. Sul Ftse Mib arretrano soprattutto Tim e Stm
L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.