Panama, un paradiso fiscale sotto la protezione degli Usa
A febbraio di quest’anno, meno di due mesi prima che venisse allo scoperto lo scandalo degli 11,5 milioni di documenti top secret dei Panama Papers, Panama è stato tolto dalla lista grigia dei paesi “cattivi alunni” del fisco, quelli che non accettano di cooperare nella lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro sporco.
La decisione favorevole alla nazione dell’America centrale è stata appoggiata da Washington. Almeno 200 sarebbero i cittadini americani coinvolti nello scandalo rivelato da una talpa della società legale Mossack Fonseca, ma si tratta di pesci relativamente piccoli rispetto a quelli emersi nel resto del mondo.
Tra questi figuratno Benjamin Wey, presidente del gruppo New York Global; il miliardario della Flordia Igor Olenicoff, un magnate dell’immobiliare commerciale nonché azionista di Olen Oil Management Limited; Il presidente del gruppo texano Hallwood Anthony J. Gumbiner; e infine Robert Miracle, condannato a 13 anni di reclusione per frode e evasione fiscale. L’uomo aveva creato uno schema Ponzi da 65 milioni di dollari nell’area di Seattle, i cui soldi erano investiti in bacini petroliferi indonesiani.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.