Petrolio: Brent sopra gli 80 dollari/barile
Il future sul petrolio Brent ha superato gli 80 dollari al barile per la prima volta da oltre due mesi, sostenuto dai segnali di riduzione delle forniture e anche dai dati odierni che hanno mostrato un’inflazione statunitense più lenta del previsto.
I prezzi hanno cominciato a salire con decisione da quando i due pesi massimi dell’OPEC+, Arabia Saudita e Russia, hanno annunciato ulteriori tagli alla produzione nel tentativo di riequilibrare il mercato.
L’offerta russa sta frenando, con le spedizioni medie al di sotto dei livelli di febbraio. Secondo un rapporto dell’Energy Information Administration, che più tardi pubblicherà i dati sulle scorte settimanali negli Usa, il mercato globale si contrarrà nella seconda metà dell’anno e le scorte si ridurranno fino al 2024, mentre la domanda cinese aumenterà grazie a nuovi stimoli.
Gli operatori cominciano anche a ipotizzare un allentamento della stretta monetaria statunitense, con effetti positivi sulla crescita economica, dopo i numeri sui prezzi al consumo.
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Finale perlopiù negativo per le borse europee, compresa Piazza Affari. Sul Ftse Mib resistono le società di servizi pubblici
La fiducia dei consumatori europei mostra segnali di ripresa a settembre 2024, secondo il sondaggio della DG ECFIN. Il sentiment nell’eurozona rimane negativo ma migliora rispetto ad agosto, mentre nell’intera Unione Europea l’indicatore segna un aumento.
Il sindacato tedesco Ver.di e il consiglio aziendale di Commerzbank chiedono al governo di opporsi pubblicamente all’acquisizione della banca da parte di UniCredit, sottolineando l’importanza di mantenere l’istituto indipendente per salvaguardare i posti di lavoro e i successi raggiunti.
La Commissione europea ha dato il via libera all’acquisizione congiunta del gruppo X2O da parte di Vendis Capital Management e Waterland Private Equity Investments, senza sollevare preoccupazioni sulla concorrenza.