Petrolio: futures WTI e Brent poco mossi dopo raffica di acquisti
Prezzi del petrolio sotto osservazione dopo il rally di venerdì scorso, alimentato dai timori di un’escalation del conflitto tra Israele e Hamas.
Il contratto WTI scambiato a New York e il Brent avanzano entrambi alle 7.35 ora italiana dello 0,07%, salendo rispettivamente a $87,76 e a $90,96 al barile.
Entrambi i contratti hanno riportato venerdì scorso la sessione migliore dal 3 aprile scorso.
In particolare il contratto WTI con scadenza a novembre è schizzato del 5,77% a $87,69 al barile, mentre il Brent con scadenza a dicembre è balzato del 5,69% a $90,89 al barile.
Nello specifico, il contratto WTI ha riportato un rialzo di oltre il 4% la scorsa settimana, mettendo a segno il guadagno più forte dal 1° settembre scorso.
Breaking news
Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.