Petrolio in rialzo dopo le dichiarazioni del ministro dell’Iraq
I prezzi del petrolio reagiscono, con un rialzo del 2,77% (Wti) a 31,5 dollari, alle dichiarazioni del ministro del Petrolio dell’Iraq, Abdul Mahdi, il quale ha affermato che i produttori hanno la necessità di trovare un modo per ristabilire prezzi “normali e si fosse nella direzione giusta per un riavvicinamento tra paesi i Opec e quelli esterni al cartello.
Si tratta delle prime dichiarazioni in seguito al vertice fra i ministri del Petrolio di Iran, Iraq, Qatar e Venezuela, tenutosi ieri a Teheran,
Questa settimana un altro accordo fra Arabia Saudita e Russia (Paese non facente parte dell’Opec) ha stabilito il congelamento della produzione ai livelli di gennaio se altri attori decidono di aderire alla proposta. L’Iran ieri ha dichiarato, attraverso il suo ministro competente, che non farà parte di questo accordo.
Breaking news
Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.