Petrolio in ritirata dopo scatto post attacco di Hamas a Israele
Prezzi del petrolio in ritirata dopo lo scatto di ieri, successivo all’attacco di Hamas a Israele di sabato scorso 7 ottobre e allo stato di guerra proclamato dal governo israeliano guidato dal premier Benjamin Netanyahu.
Il timore di un coinvolgimento dell’Iran nella guerra Hamas-Israele aveva alimentato ieri le preoccupazioni di un peggioramento della situazione di deficit del mercato del petrolio, portando i contratti WTI e Brent a balzare del 3,5%.
Alle 7.45 ora italiana, i contratti sono in ribasso: il WTI e il Brent perdono entrambi poco più dello 0,40%, attestandosi rispettivamente a $85,97 e a $87,75 al barile.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.