Petrolio, Iran e Usa tornano al tavolo dei negoziati sul nucleare
I negoziati sul nucleare fra Iran, Stati Uniti e gli altri membri dell’accordo Jcpoa ripartono per la prima volta dall’elezione del nuovo premier iraniano Raisi. L’incontro di Vienna metterà alla prova le possibilità che l’accordo messo in crisi durante l’era Trump, con la relativa reintroduzione delle sanzioni sull’Iranno, possa essere rimesso in vigore. Attorno al tavolo con l’Irana siederanno i delegati di Usa, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania.
“Se gli Usa vengono a Vienna per i colloqui sul nucleare con l’obiettivo di rimuovere le sanzioni potranno cogliere l’opportunità di tornare all’accordo”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh.
Finora entrambe le parti hanno chiesto di fare il primo passo: chi verso il rispetto dei tetti sull’arricchimento dell’uranio, chi verso la rimozione delle sanzioni. In campagna elettorale presidente americano, Joe Biden, si era detto disponibile a ripristinare l’accordo con l’Iran, qualora quest’ultimo fosse tornato a rispettarne i termini.
Il premier iraniano Raisi, considerato un esponente conservatore favorevole alla linea dura potrebbe, comunque accettare un accordo con l’Occidente, se questo significasse ravvivare l’economia del Paese – già in crisi prima della pandemia – senza ciò non comporterà ricadute negative sull’immagine muscolare del governo.
La rimozione delle sanzioni sull’Iran sbloccherebbe sul mercato petrolifero internazionale circa un milione di barili al giorno.
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