Petrolio, l’eccesso di offerta sta diminuendo?
di Erasmo Rodriguez, Senior Equity Analyst, Energy and Utilities di Union Bancaire Privée – UBP
I mercati del greggio si sono ripresi dalla caduta registrata ad agosto, tuttavia sono ancora deboli per via delle preoccupazioni relative alla crescita economica globale e all’eccesso di offerta di petrolio (2,4 milioni di barili al giorno ad agosto). Il Brent è scambiato tra i 54 e i 46 dollari al barile e lo spread con il WTI si è ristretto a 1,4 dollari.
Il consumo del petrolio e di altri combustibili è stato trainato dai prezzi più bassi del greggio e da un rafforzamento del contesto economico. Gran parte dell’incremento della domanda è da attribuire ai Paesi dell’OCSE. Negli Stati Uniti i prezzi del petrolio più bassi hanno portato a un aumento del consumo della benzina, del cherosene e del GPL.
Si prevede, inoltre, che il consumo del petrolio aumenterà di oltre 0,4 milioni di barili al giorno. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha aumentato le sue stime al riguardo in Europa, dove la tassazione più elevata e un dollaro forte hanno limitato l’impatto derivante dalla caduta dei prezzi del petrolio. E’ probabile poi che la domanda dei Paesi asiatici non-OCSE trarrà vantaggio dai prezzi del greggio più bassi. La richiesta di prodotti petroliferi da parte della Cina resta forte, essendo aumentata del 5,2% durante il primo semestre, ma potrebbe rallentare nella seconda parte dell’anno, come conseguenza del calo dell’attività economica. L’AIE stima, per quest’anno, un guadagno del 4,1% a 11 milioni di barili al giorno e del 3% per il 2016.
Mentre la domanda di petrolio sta aumentando, l’offerta globale ha visto un calo di 0,6 milioni di barili al giorno ad agosto, arrivando a 96,3 milioni di barili al giorno, per via di una produzione più bassa sia nei Paesi non-OPEC che in quelli OPEC. Le società produttrici di tutto il mondo stanno poi chiudendo i giacimenti petroliferi marginali che hanno costi di produzione elevati. L’offerta dei Paesi non-OPEC è diminuita di 350 mila barili al giorno, attestandosi nel mese di agosto a 58,16 milioni di barili al giorno, a causa di una minor produzione negli Stati Uniti e nel mare del Nord. Il calo dei tassi di perforazione e completamento dei pozzi dovrebbe continuare nel 2016, mentre l’offerta degli Stati Uniti potrebbe diminuire di 0,4 milioni di barili al giorno l’anno prossimo (AIE).
L’offerta dell’OPEC è calata di 220 mila barili al giorno ad agosto per via delle perdite registrate in Arabia Saudita, Iraq e Angola. Nel mese di agosto, l’Arabia Saudita produceva 10,3 milioni di barili al giorno ed è improbabile che venga invertita la strategia dei prezzi del cartello. Questi segnali indicano che è in corso una riduzione dell’eccesso di offerta, continuiamo quindi a mantenere la nostra previsione a 6 mesi sul prezzo del Brent a 58 dollari al barile.
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