Petrolio: pausa dopo i rialzi con scorte Usa e uragano Beryl
Il petrolio ha registrato una leggera diminuzione dai massimi di due mesi, mentre i trader valutano i dati sulle scorte di greggio negli Stati Uniti e la gravità dell’uragano Beryl.
Il Brent scambia al di sotto degli 87 dollari al barile, dopo essere salito dell’1,3% mercoledì e il West Texas Intermediate si mantiene sopra gli 83 dollari. Le riserve di petrolio grezzo statunitensi sono diminuite di oltre 12 milioni di barili la scorsa settimana, il calo più consistente in quasi un anno, raggiungendo il livello minimo da marzo.
L’uragano Beryl, nel frattempo, sta interrompendo la produzione di petrolio degli Stati Uniti, con compagnie come Shell, BP e Exxon Mobil che stanno evacuando alcune delle loro piattaforme nel Golfo del Messico. Circa 73.000 barili al giorno di produzione federale di petrolio offshore si trovano nella traiettoria prevista dalla tempesta.
Il petrolio è salito di oltre il 10% da inizio giugno a causa delle restrizioni dell’offerta da parte dell’OPEC+, delle aspettative di una maggiore domanda estiva, dei rischi geopolitici e dell’ottimismo nei mercati azionari. I guadagni sono stati limitati dalle preoccupazioni per la domanda in Cina, il maggiore importatore mondiale di greggio, con un’attività di acquisto moderata.
“La geopolitica e le condizioni meteorologiche stanno mantenendo i prezzi del petrolio ben supportati negli 80 dollari per ora”, affermano gli analisti di Citigroup. “Ci sono motivi per credere che l’attuale forza possa attenuarsi, basandosi sui segnali del mercato fisico e della domanda, anche se gli uragani devono essere attentamente monitorati.”
Il trading sarà influenzato oggi dalla festività dalla chiusura di Wall Street per il Giorno dell’Indipendenza, con volumi probabilmente inferiori al solito.
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