Petrolio: prezzi ancora su dopo nuovo scontro Trump-Opec
Futures sul Brent aumentati di 67 centesimi a 65,88 dollari mentre quelli sul WTI sono cresciuti di 75 cent a 56,25 dollari al barile. A sostenere i prezzi del petrolio l’inatteso calo delle scorte di greggio statunitensi e l’Arabia Saudita integerrima dinanzi alle pressioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sull’OPEC per prevenire aumenti di prezzo più imprevisti.
Il ministro saudita dell’energia Khalid al-Falih ha detto che l’OPEC e i suoi partner stanno “prendendo le cose con calma” in risposta a un tweet di Trump che ha invitato il gruppo a ridurre le restrizioni sulla produzione di greggio visto che il prezzo del greggio sta diventando troppo alto.
“I 25 paesi stanno adottando un approccio molto lento e misurato. Proprio come nella seconda metà dello scorso anno, siamo interessati soprattutto alla stabilità del mercato.
Il prezzo del petrolio è aumentato di quasi un quarto quest’anno, dopo che l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, insieme ad altri produttori come la Russia e l’Oman, ha accettato di tagliare la produzione per evitare l’accumulo di un avanzo globale, mentre la produzione statunitense è esplosa.
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La Borsa di Tokyo ha chiuso in positivo, trainata dai titoli dell’elettronica e dalle aspettative di nuovi tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, nonostante le incertezze sulla politica commerciale USA.
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