Petrolio, scioperi raffinerie costringono Francia a usare riserve strategiche
A spingere in rialzo i prezzi del petrolio, schizzati in alto quasi a sfiorare i 50 dollari al barile nel mercato americano del Wti e anche quello inglese del Brent, sono state le ultime notizie sugli scioperi in corso in Francia. Per protestare contro la riforma del lavoro, che renderà più flessibile il mercato in entrata ma anche in uscita, i lavoratori delle otto raffinerie petrolifere della seconda economia dell’area euro hanno incrociato le braccia. La protesta, indetta dai sindacati della CGT, ha provocato disagi e una penuria di carburante alle stazioni di benzina di tutto il paese.
Ci sono stati anche degli scontri tra polizia e manifestanti a Marsiglia, vicino a uno dei siti dove le forze dell’ordine hanno cercato di sbloccare l’azione di protesta. Il picchettaggio va avanti in molte delle raffinerie e i sindacati dell’UFIP hanno spiegato che una piccola quantità delle riserve strategiche di petrolio è stata utilizzata negli ultimi due giorni per far fronte alla mancanza di benzina nel 20% circa dei benzinai a causa degli scioperi.
Breaking news
Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.