Piazza Affari chiude a -0,4%, vendite su petroliferi
Giornata perlopiù negativa per le borse europee, con il Ftse Mib in calo dello 0,4% a 26.408 punti. Tra le big di Piazza Affari, acquisti soprattutto su Unicredit (+2%), Finecobank (+1,9%) e Moncler (+1,2%) mentre perdono terreno gli energetici Tenaris (-3,7%), Saipem (-2,9%), Erg (-2,6%) ed Eni (-2,4%).
A Wall Street avanzano i tecnologici, spinti dai conti di Nvidia (+27%), controbilanciando le preoccupazioni per lo stallo sul tetto del debito, che hanno indotto Fitch a porre sotto ‘negative watch’ il rating della prima potenza mondiale.
Intanto, la seconda lettura sul Pil Usa del primo trimestre mostra una crescita annualizzata dell’1,3%, superiore alle attese (1,1%), mentre le richieste di sussidi di disoccupazione sono risultate inferiori alle stime (229 mila).
In Europa, è giunta stamani la revisione finale sul Pil tedesco, che certifica la seconda contrazione trimestrale consecutiva (-0,3% nel 1Q) e dunque la recessione tecnica della principale economia europea.
Rendimenti in rialzo sull’obbligazionario, con il biennale statunitense che si attesta al 4,45% e il decennale al 3,78%. Lo spread Btp-Bund si conferma in area 186 bp con il rendimento del decennale italiano al 4,37%.
Sul Forex, l’euro/dollaro si stabilizza a 1,072 mentre fra le materie prime il petrolio (Brent) perde circa 3 punti percentuali, tornando sotto i 76 dollari al barile, dopo che la Russia ha minimizzato la probabilità di un altro taglio della produzione da parte dell’OPEC+.
Breaking news
Giornata positiva per le borse europee, con il Ftse Mib di Piazza Affari che chiude in rialzo dell’1,9% a 34.358 punti. Volano Mps e Tim
Wall Street ha aperto con un lieve rialzo, influenzata da dati sull’inflazione e speculazioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. Il dollaro si rafforza, mentre il petrolio registra un aumento significativo.
Negli Stati Uniti, il numero di richieste di sussidi di disoccupazione ha visto una diminuzione significativa, segnando il livello più basso da maggio. Questo dato sorprende positivamente le aspettative degli analisti.
La Commissione europea ha imposto a Booking Holdings di adeguarsi al Digital Markets Act, modificando il ruolo di Booking.com nel settore turistico. Le aziende ora possono differenziare prezzi e condizioni su diversi canali di vendita online, promuovendo una maggiore equità e apertura nel mercato digitale.