Piazza Affari chiude positiva dopo rassicurazioni Bce su inflazione Ue
Piazza Affari non si ferma a prosegue la sua avanzata, inanellando una nuova seduta al rialzo. Fin dai primi scambi i mercati sono stati confortati dall’adozione del massiccio piano di stimolo da 1,9 trilioni di dollari negli Stati Uniti, a cui manca ora soltanto la firma del presidente americano Joe Biden. A confortare è stata anche la Bce che ha confermato la sua politica monetaria, come da attese. Gli acquisti del programma per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), con una dotazione totale di 1.850 miliardi di euro, andranno avanti almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finché non sarà conclusa la fase critica legata al coronavirus.
Il Consiglio direttivo si attende che nel prossimo trimestre gli acquisti nell’ambito del PEPP siano condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi di quest’anno. A questo si sono aggiunte le rassicurazioni dovish, ovvero da colomba, riguardo la recente scossa sofferta dai titoli di stato dell’Eurozona, contagiati dal boom dei tassi dei Treasuries Usa. “Preservare condizioni di finanziamento favorevoli rimane essenziale”, ha detto Christine Lagarde nel corso della conferenza stampa, e “gli aumenti dei tassi di mercato a cui abbiamo assistito dall’inizio dell’anno rappresentano un rischio” .
In questo quadro, l’indice Ftse Mib ha chiuso con un progresso di quasi 1 punto percentuale (+0,82%) oltre la soglia dei 24.000 punti a 24.121,37 punti, aggiornando i massimi pre-lockdown di febbraio 2020. Tra i titoli del paniere principale, in evidenza Telecom Italia, che ha messo a segno un +4,7% a 0,44 euro, sui massimi a un anno, proseguendo il rally della vigilia (+4,83%) innescato dalla mossa di Bank of America che ha confermato la view positiva, con una raccomandazione “buy”, e ha alzato il prezzo obiettivo da 0,85 a 0,92 euro. Balzo di oltre 4 punti percentuali anche per Moncler, in un tentativo di rimbalzo dopo le vendite della vigilia.
Fitti acquisti anche su Stmicroelectronics (-3,95%), in scia alla buona intonazione dei titoli tecnologici a Wall Street con il Nasdaq in rialzo di oltre il 2%. Si è invece sgonfiata nel corso della seduta Generali (+0,87%) nel giorno dei i risultati del 2020 che hanno visto un nuovo risultato operativo record pari a 5,2 miliardi di euro (+0,3%). Nel periodo in esame il big assicurativo italiano ha visto i premi lordi raggiungere quota 70,7 miliardi (+0,5%), “con una raccolta danni resiliente e profittevole, e un’ottima raccolta netta vita a 12,1 miliardi”. In questo contesto Generali ha deciso che il dividendo per azione che sarà proposto alla prossima assemblea degli azionisti è pari a 1,47 euro, diviso in due tranche rispettivamente pari a 1,01 e 0,46.
Ha chiuso in calo invece Pirelli (-0,8%) dopo un avvio sprint in scia ai conti e alla guidance che si sono dimostrate in linea con le attese degli analisti. Ora si attende il piano industriale, previsto per il prossimo 31 marzo. Giù anche Azimut (-1,7%) dopo che ha annunciato i risultati 2020 che hanno visto “il miglior utile netto nella storia del gruppo”. Il big italiano del risparmio gestito ha chiuso il 2020 con un utile netto di 382 milioni di euro rispetto ai 370 milioni registrati nel 2019, mentre i ricavi consolidati si sono attestati a 1.054 milioni, altro dato record nella storia del gruppo che si raffronta con i 1.050 milioni di un anno fa.
Ma la caduta più rovinosa è stata quella di DiaSorin che è arrivata a cedere l’8,7% per poi chiudere a un -6,8% in area 144,3 euro. Il gruppo della diagnostica ha archiviato il 2020 con un fatturato pari a 881,3 milioni di euro, in aumento del 24,8% (+27% a cambi costanti) rispetto all’anno prima, grazie alle vendite di test per il SARS-CoV-2 (in particolare negli Stati Uniti, Canada ed Europa) pari a 266,1 milioni. L’utile netto è salito del 41,3% a 248,3 milioni. Alla luce di questa performance, il cda ha approvato la proposta di distribuzione di un dividendo ordinario pari a 1 euro per azione.
Male anche Campari (-2,8%) e Prysmian che ha ceduto il 2,4% dopo che alla vigilia ha lasciato sul parterre il 3,72%, in scia alla diffusione dei conti 2020.
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