Piazza Affari, prevalgono le vendite. Ftse Mib chiude a -0,69%
Giornata opaca per Piazza Affari. Il Ftse Mib ha chiuso a 23.440 punti, in calo dello 0,69%. Alle speranza che la campagna di vaccinazione possa produrre effetti importanti nel medio termine, oggi si erano aggiunti riscontri positivi dai primi dati di febbraio circa l’andamento dell’attività economica. L’indice che misura l’andamento del settore manifatturiero dell’area di New York, l’Empire State Manufacturing, è balzato a sorpresa a quota 12,1 punti a febbraio contro i 3,5 della precedente lettura. Gli analisti avevano stimato un dato in rialzo ma pari a 6 punti.
Indicazioni che aveva spinto Wall Street ad aprire aggiornando i massimi storici. L’entusiasmo si è poi sopito e al momento sia S&P 500 (-0,1%) che Nasdaq (-0,46%) sono virati in rosso.
Inizia a preoccupare l’ascesa dei rendimenti dei Treasury USA, arrivati a 1,275%, sui massimi ad un anno complice l’aumento delle attese di una spirale reflattiva. Il presidente della Federal Reserve di St.Louis, James Bullard, ha minimizzato i timori secondo cui la politica monetaria accomodante della Fed starebbe alimentando una bolla nell’azionario. Le condizioni finanziarie negli Stati Uniti sono state definite da Bullard “generalmente buone” in questo momento, con l’inflazione degli Stati Uniti “in buona forma” e probabilmente aumenterà quest’anno.
In rialzo anche i rendimenti dei titoli di Stato europei con il Btp a 10 anni che rende lo 0,54% nel giorno del collocamento record dei nuovi Btp a 10 anni e Btp a 30 anni indicizzato all’inflazione (domanda per 134 mld). Lo spread si mantiene stabile in area 90 pb.
A Milano giornata no per banche e Poste
Tra i titoli più in difficoltà oggi a Piazza Affari spiccano Banco Bpm (-1,28%) e Bper (-1,46%), due dei migliori in questa prima parte di 20201 sull’onda del susseguirsi di rumor e dichiarazioni che le mettono al centro del prossimo round di M&A bancario. In calo anche Intesa Sanpaolo (-0,24%) che risulta la top pick di Credit Suisse tra le banche del Sud Europa con prezzo obiettivo posto a 2,5 euro. Secondo i calcoli degli analisti del colosso bancario svizzero, tra le banche del Sud Europa, il rendimento da dividendo più alto sarà quello di Intesa SanPaolo, pari al 7%. Presupponendo che alla banca verrà consentito, da parte della Bce, di pagare tutte le cedole del 2020 e l’interim del 2021, il rendimento dell’anno prossimo potrebbe essere pari a 19 centesimi di euro, praticamente un aumento del rendimento del 9,2%.
Vendite anche su Poste Italiane (-1,21%), anch’essa tra i titoli più gettonati dagli investitori nelle ultime settimane. La società guidata da Del Fante comunicherà domani i numeri (con una conference call a partire dalle 14:30). Gli analisti di Banca Akros mantengono la raccomandazione buy e target price di 10 euro su Poste Italiane e si attendono un quarto trimestre pressoché stabile a livello di utile operativo. “Nonostante la situazione, il dato potrebbe beneficiare della ripresa che vediamo in quasi tutte le linee di business e di alcune plusvalenze previste nel trimestre”, spiegano gli esperti indicando che i driver di business sottolineati da Poste, che possono garantire il business trasformazione entro la fine del 2022, sono ancora validi. Il successivo catalyst sarà la presentazione del nuovo piano attesa il 19 marzo.
Male anche Buzzi Unicem (-1,1%) nonostante la doppia promozione da parte di Barclays. Gli esperti della banca inglese hanno migliorato la raccomandazione sulla big del cemento da underweight a equal weight e hanno alzato del 25% il target price che passa da 20 a 25 euro. Gli analisti hanno anche rivisto al rialzo dell’1% le previsioni sull’Ebitda 2020-2022 e hanno sottolineano che “il titolo non appare caro”.
Breaking news
Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.