Pir, scatta la ripartenza: con mix Draghi/Recovery Plan, Equita vede Italia tra Paesi più interessanti
I Pir ripartono. Dopo 4 trimestri in rosso, la raccolta netta dei Pir tradizionale ritorna positiva nel secondo trimestre 2021. Secondo i dati ufficiali di Assogestioni, i flussi sono stati pari a 105,6 milioni di euro. È quanto emerge dall’ultimo Pir Monitor realizzato da Equita a cura di Luigi De Bellis, co-responsabile ufficio studi. Anche i Pir alternativi, (dove la Legge di Bilancio 2021 ha introdotto ulteriori benefici fiscali, come ad esempio il credito d’imposta sulle minusvalenze) hanno registrato per la prima volta flussi in entrata significativi (+349 milioni di euro nel secondo trimestre). Sui Pir tradizionali (3.0) Equita stima una raccolta netta 2021 di circa 500 milioni di euro, mentre per i Pir alternativi – in fase di lancio – di circa +2/+3 miliardi all’anno (per raggiungere 10-15 miliardi di masse gestite in 5 anni).
“A nostro avviso i Pir restano degli strumenti molto attraenti e vanno nella direzione di canalizzare il risparmio in partecipazioni che creino valore economico e sostenibile per le Pmi e per gli investitori – afferma Luigi De Bellis, co-responsabile ufficio studi di Equita -. Inoltre, grazie alla combinazione Draghi + Recovery Plan, riteniamo che l’Italia sia tra i Paesi più interessanti in cui investire al momento, anche alla luce di un profilo di rischio drasticamente migliorato, e questo potrebbe portare un ritorno di capitali verso l’Italia”.
Equita: outlook positivo sulla raccolta per i prossimi mesi
Secondo Equita la raccolta netta nel corso del 2020 e primi mesi del 2021 è stata penalizzata dalla domanda debole del segmento retail soprattutto nella fase del lockdown, che ha limitato l’accesso alle filiali e indotto la clientela a un ulteriore incremento della liquidità detenuta sui conti correnti. Tra gli elementi che hanno limitato l’interesse degli investitori verso questo strumento, probabilmente, anche la limitata diversificazione geografica (elemento che a nostro avviso ora diventa un elemento di attrattività dato il miglioramento di prospettive per l’Italia). Con le riaperture e il graduale allentamento delle incertezze la raccolta retail ha recuperato slancio. In questo scenario di ripresa, Equita mantiene un outlook positivo sulla raccolta per i prossimi mesi in vista di un auspicato graduale allentamento delle incertezze che pesano sulla propensione dei clienti a nuovi investimenti causate dalla fase pandemica, in un contesto di eccesso di liquidità non utilizzata sui conti correnti e un migliorato contesto per il mercato italiano – soprattutto per le PMI – grazie ai fondi in arrivo dal PNRR e al governo Draghi. In particolare, sui Pir tradizionali (3.0) Equita si attende una raccolta netta 2021 di circa +500 milioni e miglioriamo la stima di masse gestite attese a fine 2021 a 20,4 miliardi (da precedenti 18,6 miliardi).
Una visione positiva sull’Italia
Questi strumenti beneficiano anche del buon momento che sta godendo l’Italia. Per Equita è il momento di privilegiare l’Italia nell’asset allocation, e i piani individuali di risparmio rappresentano degli strumenti di investimento incentivati nell’economia italiana. “Storicamente il nostro Paese è stato visto più come un investimento opportunistico, mentre adesso abbiamo tutte gli elementi per attirare capitali e investitori”, segnala Luigi De Bellis, co-responsabile ufficio studi di Equita, indicando le ragioni che sono diverse. Tra queste, “la presenza di Draghi alla guida del Governo” che porta “ottimismo sul futuro dell’economia italiana, non solo tra gli imprenditori ma anche a livello europeo” ed è un elemento che va sfruttato. Inoltre, “il Recovery Plan italiano garantisce risorse che se sfruttate possono rendere la crescita dell’economia italiana strutturale, noi abbiamo un interessante patrimonio di Pmi che sono le principali beneficiarie del piano nazionale di ripresa e resilienza”.
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