Pirelli, Tronchetti non ha diffamato Benedetti: “diritto di critica”
Se da un lato è vero che Marco Tronchetti Provera si era reso protagonista di alcune dichiarazioni “disdicevoli per De Benedetti”, dall’altro è altrettanto vero che le parole usate dal numero uno di Pirelli rientrano pienamente nel “diritto di critica” e rispettano “il requisito dell’interesse sociale”. Si potrebbero sintetizzare così le argomentazioni giuridiche utilizzate dal giudice di Milano Monica Amicone per assolvere Tronchetti dall’accusa di aver diffamato a mezzo stampa l’ingegnere Carlo De Benedetti.
La “querelle” tra i due industriali è nata nell’ottobre 2013 per effetto di alcune dichiarazioni rilasciate da Tronchetti a un’agenzia di stampa sul passato del numero uno del gruppo “L’Espresso”.
“Se anche io raccontassi – erano state le parole del numero uno di Pirelli – la storia delle persone attraverso i luoghi comuni e gli slogan, potrei dire che l’ingegner De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci Olivetti, per lo scandalo legato alla vicenda di apparecchiature alle Poste italiane, che fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dentro per le vicende di Tangentopoli”.
Tronchetti venne querelato da De Benedetti per diffamazione, ma il processo a suo carico si è chiuso il 21 settembre scorso con una sentenza di assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”.
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