Presidenza Fed: il favorito di Trump è l’economista padre della regola di Taylor
Sul mercato del reddito fisso, i tassi di interesse dell’obbligazionario americano stanno salendo di livello – in particolare i rendimenti dei Bond Usa a breve termine – dopo che sono state pubblicate indiscrezioni stampa secondo cui Donald Trump sembra preferire l’economista di Stanford John Taylor, ex sottosegretario al Tesoro degli Stati Uniti sotto George Bush padre, per il posto di presidente della Federal Reserve.
Il mandato di Janet Yellen scade a febbraio dell’anno prossimo e Taylor viene considerato un banchiere sulla carta più ‘falco’. L’economista ha criticato gli eccessi di politica monetaria della Fed prima dello scoppio della crisi finanziaria del 2008, sostenendo che il denaro troppo facile e troppo a lungo ha distorto il mercato portando per esempio a un pericoloso boom del mercato immobiliare. Secondo lui le azioni dei governi e della banca centrale non hanno fatto che prolungare e ingigantire la crisi.
Inoltre Taylor, 70 anni, è noto per la regola di politica monetaria da lui formulata che prende anche il suo nome: la Regola di Taylor. Si tratta di un’esamina per determinare il livello più corretto possibile dei tassi di interesse. Nello specifico la regola enunciata dal professore di Stanford consiste in una formula matematica che mette a confronto il costo del denaro nominale di breve periodo imposto dalla banca centrale e quello dell’economia reale.
L’obiettivo è fare si che il tasso di interesse determinato dalle autorità monetarie risulti pari al tasso reale di equilibrio, ovvero il tasso reale a cui corrisponde un livello di domanda aggregata pari all’offerta aggregata in un contesto di piena occupazione (Pil potenziale). Sulla base di questi calcoli, il tasso guida dovrebbe essere doppio rispetto a quello attuale.
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