15:39 lunedì 7 Marzo 2022

Preview Bce: l’inasprimento può attendere, rialzo dei tassi atteso slittare al 2023

Appuntamento questa settimana con la Banca centrale europea (Bce), che giovedì annuncerà la sua decisione di politica monetaria a cui seguirà la conferenza stampa della presidente Christine Lagarde. Il mercato si aspetta un ritardo nella restrizione di politica monetaria di quest’anno, data la guerra Russia-Ucraina. Concorde anche il team strategie di credito globale di Algebris, secondo cui la Bce sarà restia a prendere decisioni definitive prima che si intraveda una risoluzione del conflitto.

Secondo Algebris, le decisioni potrebbero includere il mantenimento a tempo indeterminato del ritmo di acquisti di asset a 40 miliardi di euro ed enfatizzare il “whatever it takes” per sostenere il rimbalzo economico.

In arrivo, in occasione della riunione, anche le nuove previsioni da parte degli addetti ai lavori su inflazione e crescita, probabilmente con grandi revisioni al rialzo per l’inflazione nel 2022, che includeranno anche le conseguenze del conflitto in Ucraina.

“I rischi di una riduzione della crescita nell’Eurozona porteranno la Bce a non voler imporre ulteriore stress al sistema ritirando la liquidità in questo momento”, affermano.

L’inflazione, tuttavia, si sta rafforzando, visto che le stime della scorsa settimana che indicavano valori del 5,8% headline e 2,7% core sono arrivate ancora una volta oltre le aspettative, senza contare la nuova fiammata del petrolio. Inoltre, le aspettative di inflazione a lungo termine sono aumentate, dal 23 febbraio, quasi dello 0,5%, con gli swap sull’inflazione a 5 anni che adesso quotano un 2,2%.

“Senza la guerra – proseguono da Algebris – questo mix giustificherebbe certamente una svolta restrittiva, dato che le tre condizioni della Bce per un rialzo dei tassi sono ora chiaramente soddisfatte”.

“Crediamo che un ritardo nell’inasprimento questa settimana sia ragionevole, ma alla fine porrà la BCE in una posizione ancor più arretrata nella lotta all’inflazione – concludono – Qualsiasi ritardo nell’innalzamento dei tassi di quest’anno dovrebbe quindi essere prezzato per il 2023, con la possibilità della necessità di rialzi ulteriori e più rapidi una volta che il conflitto terminerà”.

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