Referendum costituzionale, 70mila studenti in piazza per dire No
Decine di migliaia di studenti sono scesi oggi nelle piazze di 39 città d’Italia per protestare contro la riforma costituzionale e promuovere il No al prossimo referendum del 4 dicembre. I 50 cortei si stanno tenendo a Roma, Torino, Napoli, Bari, così come in alcune città delle isole, e sono state convocati sotto lo slogan “Change is NOw” da associazioni studentesche come l’Unione degli Studenti (UdS), il coordinamento universitario Link e la Rete della Conoscenza. Secondo quest’ultima sono stati 70mila gli studenti che hanno risposto all’appello. Simbolico che la manifestazione si svolga nella giornata internazionale degli studenti, indetta per ricordare l’opposizione ai regimi totalitari e all’autoritarismo.
“Sentiamo la necessità di prendere parola in un dibattito pubblico estremamente politicista, in cui i giovani sono oramai una parola vuota” dice al Manifesto Martina Carpani, coordinatrice nazionale della Rete della Conoscenza, organizzazione studentesca. Per Francesca Picci (Unione degli Studenti) “questo referendum non divide i conservatori dagli innovatori, ma solo chi ha di più ed ha sempre deciso e chi ha di meno e non ha mai deciso nulla”. “Ci opponiamo anche ad una legge di stabilità fatta di spot elettorali” aggiunge Andrea Torti (UdS). “I luoghi della formazione continueranno a mobilitarsi contro questa derive e contro le politiche antisociali del governo”.
Nel manifesto promotore dell’iniziativa per dare la parola a “chi ha di meno”, le autorità sono accusate per aver “smantellato la scuola pubblica con la Buona scuola”, per aver “definanziato l’università pubblica e la ricerca con continue leggi di stabilità regressive e meccanismi di valutazione punitivi impedendo a migliaia e migliaia di studenti di poter accedere alla formazione universitaria”. “Ci hanno impoveriti con gli sgravi alle imprese e i regali al mondo finanziario e bancario, ci hanno reso precari con il Job’s Act, hanno devastato i nostri territori con lo Sblocca Italia”.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.