15:34 mercoledì 27 Settembre 2017

Referendum indipendenza curdi in Iraq: “hanno vinto i si”. Turchia e Iran furiosi

Dopo una vita passata senza una patria e una nazione che riconoscesse la loro lingua e cultura, i curdi iracheni si sono presi il diritto con la forza del voto popolare. Il leader dei curdi in Iraq ha annunciato ieri che il popolo della parte settentrionale del paese ha votato si all’indipendenza in un referendum che si è svolto contro la volontà del governo di Bagdad e che ha mandato su tutte le furie diverse grandi potenze mondiali, come Usa, Iran e Turchia. L’Iraq ritiene infatti che il referendum sia incostituzionale, perché si è svolto non solo nella regione governata dai curdi ma anche in territori contesi in altre parti settentrionali del paese. Oltre all’Iran i curdi occupano territori nell’Est della Turchia, nell’Ovest dell’Iran e nel Nord della Siria.

I curdi, che controllano una regione autonoma dell’Iraq da quando nel 2003 l’invasione degli Stati Uniti nel paese ha portato alla caduta del dittatore Saddam Hussein, ritengono che il voto di lunedì sia un passo storico verso il riconoscimento di un loro proprio Stato dopo anni di battaglie e rivolte, spesso violente. Gli Stati Uniti e i loro alleati come i grandi paesi europei si sono opposti con forza alla decisione di tenere il referendum, giudicata potenzialmente destabilizzante in un momento delicato per la regione mediorientale. In Turchia i curdi che vogliono l’indipendenza sono considerati al pari dei terroristi, ma in Iraq e in Siria, per esempio, i curdi si stanno battendo insieme contro il nemico comune di Occidente, Iran e Turchia (per lo meno sulla carta) dell’ISIS.

In un intervento televisivo, nel dichiarare la vittoria dei Si, Barzani ha chiesto al governo iracheno di avviare un “dialogo serio” invece di minacciare il governo regionale dei curdi con delle sanzioni. La Turchia da parte sua ha già minacciato di interrompere le attività in un oleodotto che passa attraverso il nord dell’Iraq. Barzani ha anche lanciato un appello alle potenze del mondo perché “rispettino il volere di milioni di cittadini” curdi che hanno preso parte al voto.

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