Referendum, Renzi è salito al Colle: un’ora di colloquio con Mattarella
Il premier Matteo Renzi è salito al Colle per vedere il presidente della Repubblica a cui ha presentato le sue dimissioni dopo la sconfitta cocente patita nel referendum costituzionale. Il premier uscente ha intrattenuto un colloquio di circa un’ora con Sergio Mattarella. Anche se Renzi ha detto che sarà compito dei vincitori del voto popolare quello di formare una nuova coalizione di governo, in teoria spetterebbe al PD che ha la maggioranza alla Camera indicare chi potrebbe essere il nuovo uomo politico incaricato di tentare di formare un nuovo esecutivo.
Il prossimo appuntamento chiave è fissato per le 18.30, quando il premier ha convocato il Consiglio dei Ministri per archiviare il governo circa mille giorni dopo il suo insediamento. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha cancellato il viaggio a Bruxelles dove è in programma l’Eurogruppo oggi e l’Ecofin domani, è il favorito per continuare l’esperienza di governo avviata da Renzi. La sensazione è che Mattarella voglia prendere tempo. Il capo del Quirinale ha lanciato un appello alle istituzioni perché rispettino le scadenze, prima di tutte quella sulla legge di Stabilità 2017 che deve ancora passare lo scoglio del Senato.
“L’alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri – si legge in una nota del Quirinale in riferimento al quasi 70% di cittadini con diritto di voto che si sono recati alle urne – è la testimonianza di una democrazia solida, di un paese appassionato, capace di partecipazione attiva. L’Italia è un grande paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco. Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento”. Non è da escludere che Mattarella chieda a Renzi di mettere in stand-by le sue dimissioni almeno fino all’approvazione definitiva delle misure più urgenti, come la legge di bilancio.
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