Referendum, posizioni short kolossal contro gli asset italiani
In vista del referendum costituzionale di domenica, gli investitori internazionali “detengono posizioni short colossali” negli asset italiani, in particolare negli Stati Uniti e negli altri paesi dove sono situate le mani forti e i grandi player di mercato. Lo ha detto Raffaele Jerusalmi, AD di Borsa Italiana, durante una conferenza a Milano.
L’incertezza sul futuro politico italiano in seguito all’esito del voto del 4 dicembre sta innervosendo gli investitori e alimentando la paura sugli asset del paese. Il Tesoro ha collocato sul mercato titoli del debito governativo a 5 anni, dovendo sborsare i tassi più alti da giugno del 2015. Sul secondario, lo Spread tra Btp decennali e Bund omologhi scambia in area 190 punti base, ai massimi da maggio 2014.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.