Renzi attacca Conte sulla Fase 2: “Norme incomprensibili”
“Chi è lo Stato per decidere se andare a trovare un cugino e non la fidanzata? Queste norme sono incomprensibili”: lo ha dichiarato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nel corso di un’intervista al Tgcom24: “Dirò la mia a Conte giovedì in aula al Senato”.
Secondo Renzi l’apertura profilata nel nuovo Dpcm non sarebbe sufficiente: “Riapriamo o moriremo di fame invece che di coronavirus […] la nostra economia rischia di essere devastata. Non possiamo continuare ad avere questo problema mentre gli altri Paesi ci mangiano fette di mercato. I posti occupati in terapia intensiva sono calati. Noi oggi non abbiamo l’emergenza di due, tre mesi fa quindi riapriamo le fabbriche, altrimenti non moriamo di Covid ma di fame”.
“Questo decreto non è che io lo posso cambiare come senatore: farei un bell’emendamento. Ma perché il premier ha scelto di fare un Dpcm e non un decreto legge? Se fosse così lo cambieremmo ma invece non è così”.
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Seduta in calo per le borse europee e per Piazza Affari, all’indomani della riunione della Fed. Sul Ftse Mib arretrano soprattutto Tim e Stm
L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.