Risparmio, agli italiani inflazione e recessione fanno più paura della guerra
Gli italiani temono l’inflazione e la recessione più della guerra, il trend è emerso dall’ultimo Osservatorio Findomestic.
L’inflazione e la recessione (71% totale delle risposte) preoccupano più della guerra (51%), quasi 9 italiani su 10 continuano a percepire una crescita dei prezzi e solo il 27% delle famiglie (livello più basso degli ultimi due anni) ritiene che questo sia un buon momento per fare acquisti importanti. Pur con questi timori, l’Osservatorio Findomestic di aprile, realizzato dalla società di credito al consumo del gruppo BNP Paribas in collaborazione con Eumetra rileva che, rispetto al mese di marzo, le intenzioni di acquisto a tre mesi sono tornate a crescere in tutti i segmenti tranne nel settore delle auto usate.
“Nonostante il difficile contesto – commenta Claudio Bardazzi, responsabile Osservatorio Findomestic – gli italiani non rinunciano a programmare acquisti, anche importanti, a breve termine: dopo la discesa di marzo, aprile mostra intenzioni d’acquisto in crescita in quasi tutte le categorie monitorate. La casa resta al centro dei progetti di spesa, ma anche l’auto è in ripresa (+13,7%) sull’onda dell’annuncio dei nuovi incentivi governativi”.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.