Rublo in picchiata, nuovi minimi su euro e dollaro
MOSCA (WSI) – Ancora giù il rublo che scende in picchiata sulla scia della debolezza del petrolio. In un contesto segnato dall’incertezza per le dinamiche del mercato petrolifero, il rublo continua a perdere terreno.
A Mosca l’euro sale sopra 80 rubli, battendo ogni record dalla fine dell’estate e il dollaro arriva a 73 rubli, il picco da dicembre dell’anno scorso. Secondo le Autorità russe il Paese è tecnicamente uscito dalla recessione, ma l’ex ministro delle Finanze Alexei Koudrine commenta:
“Molti esperti, me compreso, pensano che abbiamo toccato il fondo, che il peggio della crisi è passato, ma oggi osserviamo un nuovo peggioramento”.
Il continuo tonfo dei prezzi del petrolio sta penalizzando diversi paesi, visto che i ricavi ottenuti con la vendita della materia prima incidono in gran parte sul totale delle entrate fiscali.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.