Russia: quali sanzioni scatteranno dopo mossa Putin e quali ritorsioni sulle materie prime
Si susseguono le dichiarazioni di condanna verso la Russia di Putin da parte dei leader mondiali e nella giornata è atteso la riunione dei leader del G7 per imporre sanzioni più severe nei confronti della Russia.
Si parla di sanzioni sul sistema bancario, con la rimozione dai circuiti Swift, e di divieto di esportazione di semiconduttori nel territorio russo. La Russia è infatti vulnerabile in questo settore, in quanto non produce semiconduttori di fascia alta necessari per l’informatica avanzata.
“Da monitorare tuttavia – precisa Gabriel Debach, market analyst di eToro – le azioni (non le parole) della Cina, principale partner strategico e commerciale della Russia, basti pensare come Mosca detenga la maggior parte della sua valuta estera in yuan cinesi. Difficile pensare che Putin si sia mosso senza prima consultare il suo vero principale “alleato” (non ufficiale)”.
La Russia potrebbe rispondere ad eventuali sanzioni occidentali con impatti sulle materie prime. Le quote di Mosca nella produzione globale infatti sono significative (fonte Goldman Sachs): petrolio (11%) e gas (17%), ma anche metalli, tra cui palladio (43%), vanadio (25%), platino (14%), alluminio (6%), nickel (13%), titanio (16%) e acciaio (4%). Per quanto riguarda i preziosi, anche gemme/diamanti (29%) e oro (10%). Ma non solo. La Russia produce anche materie agricole e fertilizzanti, come potassio (20%), orzo (13%), grano (11%) e rocce fosfatiche (7%).
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