Scope Ratings: i dubbi sull’outlook italiani, fra infrazione e minibot
“Azioni volte a rassicurare gli investitori sarebbero più importanti di qualsiasi consolidamento fiscale di emergenza aggiunto al bilancio 2019 nel contesto degli attuali negoziati con l’Ue”, afferma Dennis Shen, analista principale presso Scope in Italia, il cui rating è BBB + con outlook stabile. “Tali misure potrebbero includere piani per un’espansione fiscale più graduale nel corso della vita di questo governo – rafforzando la sostenibilità del debito a lungo termine – così come un aumento delle tasse o politiche di riduzione della spesa che potrebbero sostituire fiscalmente le proposte per rimuovere o ridurre gli aumenti dell’Iva 2020 e del 2021”.
Sul fronte minibot l’agenzia di rating ritiene l’operazione preoccupante ai fini del rating solo nel caso in cui questo strumento, di fatto, assumesse la funzione di una moneta parallela. “Se le ambizioni dovessero estendersi alla conversione in corso legale per acquistare beni e servizi, ciò costituirebbe una valuta parallela illegale e avrebbe implicazioni negative sui i rating sovrani dell’Italia – esacerbando una posizione già conflittuale con le autorità europee e amplificando le preoccupazioni del mercato”, ha detto Shen. “D’altra parte, se i minibot rimarranno titoli, usati con parsimonia, le implicazioni sul credito potrebbero essere più modeste”.
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Seduta in chiaroscuro per le borse del Vecchio Continente. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,5% a 35.108 punti
A Wall Street, l’apertura è piatta con il settore tecnologico sotto pressione. Le dichiarazioni dell’AD di Nvidia, Jensen Huang, influenzano l’andamento dei titoli, mentre i titoli quantistici crollano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano lievi perdite, mentre il prezzo del petrolio Wti al Nymex aumenta leggermente.
Negli Stati Uniti, il numero di nuovi richiedenti i sussidi di disoccupazione è diminuito nella prima settimana di gennaio, scendendo di 10.000 unità, contro le aspettative di un aumento. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al picco di 6,9 milioni di richieste durante la pandemia.
Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.