Siria, Trump: Clinton farà scoppiare Terza Guerra Mondiale
Le politiche di Hillary Clinton in Siria finirebbero per fare scoppiare la Terza Guerra Mondiale. Una guerra internazionale per procura è già in corso in Siria, ma quello a cui fa riferimento Donald Trump, lo sfidante di Clinton nella corsa alla Casa Bianca, è un conflitto tra forze militari dotate di armamenti nucleari come la Russia e gli Stati Uniti.
In un’intervista che ha affrontato soprattutto temi di politica estera e geopolitica, Trump ha cercato di puntare su uno dei suoi punti di forza (o debolezza, a seconda dei punti di vista): il suo rapporto con Vladimir Putin. Trump ha messo in discussione in particolare l’incapacità di Clinton di negoziare con il presidente russo, che è stato demonizzato dallo schieramento politico dei Democratici.
Trump, leader e candidato dei Repubblicani, ha sottolineato che sconfiggere l’ISIS è una delle sue massime priorità, più alta di convincere il presidente siriano Bashar al-Assad a lasciare il potere, uno degli obiettivi della politica statunitense. Molti diplomatici e alleati degli Stati Uniti sono convinti che per ottenere una cosa serva anche l’altra e che se Assad rimane al governo, il problema del caos siriano non potrà mai essere risolto. Assad rimane il principale alleato del Cremlino in Medioriente.
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Giornata positiva per le borse europee, con il Ftse Mib di Piazza Affari che chiude in rialzo dell’1,9% a 34.358 punti. Volano Mps e Tim
Wall Street ha aperto con un lieve rialzo, influenzata da dati sull’inflazione e speculazioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. Il dollaro si rafforza, mentre il petrolio registra un aumento significativo.
Negli Stati Uniti, il numero di richieste di sussidi di disoccupazione ha visto una diminuzione significativa, segnando il livello più basso da maggio. Questo dato sorprende positivamente le aspettative degli analisti.
La Commissione europea ha imposto a Booking Holdings di adeguarsi al Digital Markets Act, modificando il ruolo di Booking.com nel settore turistico. Le aziende ora possono differenziare prezzi e condizioni su diversi canali di vendita online, promuovendo una maggiore equità e apertura nel mercato digitale.