S&P taglia rating sovrano Cina, citata crescita del debito e dei rischi
Dopo Moody’s, anche un’altra agenzia di rating Usa, Standard & Poor’s, ha abbassato il rating sovrano cinese di un gradino, portandolo a A+ da AA-, rivedendo al ribasso l’outlook da stabile a negativo. Cresce la paura che gli elevati livelli di debito causino una crisi bancaria o abbiano un impatto negativo sulla crescita economica.
Un periodo di prolungata crescita robusta delle attività creditizie, che ha favorito il Pil della Cina, “ha aumentato i rischi economici e finanziari” nel paese. A fine maggio Moody’s aveva tagliato per la prima volta dal 1989 il proprio rating sulla Cina, abbassandolo ad A1 da Aa3, e portando l’outlook da stabile a negativo. S&P aveva abbassato l’outlook a negativo nel marzo del 2016.
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Le borse cinesi chiudono in rialzo in attesa della decisione sui tassi di interesse della banca centrale cinese. Shanghai e Shenzhen registrano aumenti significativi, trainati dal settore high-tech.
L’inflazione nell’Eurozona si conferma al 2% su base annua per ottobre 2024, come riportato da Eurostat, con un incremento rispetto al mese precedente. L’inflazione core, che esclude le componenti più volatili, rimane al 2,7%. Nell’intera Unione Europea, l’inflazione annuale sale al 2,3%.
La Borsa di Tokyo chiude in rialzo, sostenuta dai titoli del settore bancario e finanziario. Il Nikkei guadagna lo 0,5%, trainato da Sumitomo Mitsui Financial Group e Hachijuni Bank. Le aspettative di un aumento dei tassi da parte della Bank of Japan alimentano il settore.
Nestle ha abbassato il target di redditività a medio termine e aumenterà gli investimenti pubblicitari per stimolare le vendite.