S&P: Bce prolungherà bazooka monetario almeno fino a fine 2017
Nell’area euro la ripresa continua a essere modesta, mentre l’inflazione non dà segnali di volersi riprendere come altrove, per esempio negli Stati Uniti. Ecco perché, secondo l’agenzia americana Standard & Poor’s, la Bce finirà per prolungare il programma di Quantitative Easing oltre la data prevista di marzo 2017 fino almeno alla fine dell’anno prossimo.
L’obiettivo delle misure straordinarie di allentamento monetario è quello di contenere l’aumento dei tassi dei titoli di Stato e l’ampliamento dello Spread, che in particolare in Italia e in altri paesi meno virtuosi e più indebitati rischiano di tornare a salire dopo il boom durante la crisi del debito del 2010-2011. È quanto prevede S&P in un report sull’area euro. L’agenzia di rating sostiene che l’aumento dei rendimenti sui bond governativi si tradurrà in una estensione del QE da parte della Bce.
S&P inoltre conferma che la crescita economica dell’area euro rimarrà modesta con il Pil in aumento dell’1,4% l’anno prossimo e dell’1,3% nel 2018. Secondo l’agenzia di rating l’elevato livello di indebitamento del settore privato nell’Eurozona, evidente nella montagna di crediti deteriorati presente nei portafogli delle banche italiane, “rappresenta un ostacolo alla trasmissione della politica monetaria all’economia reale”. In totale le banche dell’area euro detengono 990 miliardi di euro in prestiti che non sono stati ripagati e che rischiano di non venire mai restituiti dal debitore.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.