S&P taglia rating Turchia dopo golpe. Lira a minimo storico
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato la valutazione sulla Turchia, appena reduce dal golpe – fallito- dei militari.
“Il downgrade riflette la nostra view secondo cui, a seguito del tentato golpe del 15 luglio, il panorama politico della Turchia si sia ulteriormente frammentato. Crediamo che ciò minerà il contesto di investimenti della Turchia, la sua crescita, e i flussi di capitali in entrata, in una economia altamente dipendente dall’estero. Sulla scia del golpe fallito, riteniamo che i rischi che incombono sull’abilità della Turchia di rifinanziare il suo debito esterno siano cresciuti. Stimiamo che la Turchia debba rifinanziare quasi il 42% del suo debito totale esterno, che ammonta a più di $170 miliardi, nel corso dei prossimi 12 mesi”.
Il rating è stato tagliato da BB+ a BB, dunque è sceso in territorio ancora più speculativo, ovvero junk.
L’outlook è negativo.
Ulteriormente affossata la lira, che ha testato un nuovo minimo storico nei confronti del dollaro.
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A Wall Street, l’apertura è piatta con il settore tecnologico sotto pressione. Le dichiarazioni dell’AD di Nvidia, Jensen Huang, influenzano l’andamento dei titoli, mentre i titoli quantistici crollano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano lievi perdite, mentre il prezzo del petrolio Wti al Nymex aumenta leggermente.
Negli Stati Uniti, il numero di nuovi richiedenti i sussidi di disoccupazione è diminuito nella prima settimana di gennaio, scendendo di 10.000 unità, contro le aspettative di un aumento. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al picco di 6,9 milioni di richieste durante la pandemia.
Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.