Start up italiane: nel 2015, 3 su 4 nate con meno di 10 mila euro
NEW YORK (WSI) – Le start up italiane nate quest’anno non ha avuto bisogno di grandi risorse: 3 imprenditori su 4 sono partiti investendo meno di 10.000 euro mentre le maggiori difficolta’ per i neo imprenditori sono derivate dalla crisi o da difficoltose procedure amministrative.
E’ quanto emerge da un’indagine del Centro studi di Unioncamere nell’ambito del Progetto Excelsior, patrocinato dal Ministero del Lavoro che mette in evidenza.
L’indagine, effettuata sulle imprese iscritte nei Registri delle Camere di commercio, indica che il 42% del totale delle iscrizioni riguarda attivita’ create completamente ex novo, mentre la quota restante e’ rappresentata da cambiamenti di forma giuridica, localizzazione, scorpori o nuove acquisizioni.
Per quanto riguarda invece l’identikit del nuovo imprenditore, nella maggior parte dei casi si tratta di un uomo, diplomato, fra i 35 ed i 50 anni, spinto dal desiderio di realizzazione personale e dalla ricerca del successo.
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Seduta in calo per le borse europee e per Piazza Affari, all’indomani della riunione della Fed. Sul Ftse Mib arretrano soprattutto Tim e Stm
L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.