Sterlina affossata con apertura mercati Usa, minimi dal 2009
Successivamente all’apertura dei mercati azionari statunitensi e con gli investitori americani che hanno cercato di recuperare il tempo perso per questioni di fuso orario, la sterlina ha accelerato al ribasso nei confronti del dollaro, scivolando del 2,3%, bucando anche quota $1,41. Citigroup dà al 30-40% le chance che la Gran Bretagna abbandoni l’Ue dopo il referendum del prossimo 23 giugno.
Per il momento sui mercati dei tassi di cambio la sterlina britannica, punita dall’aumento delle chanche di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea dopo che Boris Johnson, sindaco di Londra, e altri politici conservatori di spicco si sono uniti alla campagna pro Brexit, è scesa fino ai minimi dal 2009 a quota 1,406 dollari. Persi circa tre centesimi pieni.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.